21.11.07

riflessioni sconclusionate

Riporto qui un riassunto di quanto avevo scritto nel forum di fantasticamente sulla morte del ragazzo colpito da un proiettile sparato, a quanto pare, da un poliziotto. Dato che è il Mio blog, riporto solo ciò che ho scritto io, quello che mi è stato risposto ai 3 post che avevo messo può essere letto qui

14/11/2007
Oggi, dato che mi sono alzata tardissimo e non avevo voglia di far niente, mi sono messa a fare zapping in tv e, caso strano, mi sono vista parecchi telegiornali. Ovunque la prima notizia è quella dei funerali del ragazzo morto. La mia riflessione è perchè ci occupiamo sempre prima dei morti e poi dei vivi? perchè nessuno si chiede e si preoccupa dei familiari di quel poliziotto che ha sparato? anche quella è una famiglia distrutta, anche i suoi familiari pagheranno le conseguenze (terribili) di quel gesto di cui non sono responsabili. Io credo che se quel poliziotto è un uomo con una coscienza porterà per tutta la vita dentro di sè il peso del suo gesto, anche se vivo sarà morto nell'anima (questa secondo me è la cosa peggiore di tutti, meglio essere morti fisicamente che nell'anima). Sarebbe ora che ci preoccupassimo per i vivi piuttosto che per i morti. Per loro "il dado è tratto" non possono più tornare indietro, ma chi vive deve fare i conti con la vita e con se stessi.

Quanto quella persona abbia sbagliato non sta a me deciderlo, per questo c'è il nostro sistema di giustizia, che anche se, purtroppo, funziona male, c'è e cerca di fare il proprio dovere.
Poniamo che quel poliziotto nel compiere quel gesto non abbia pensato alle conseguenze del suo gesto sui suoi. Beh che colpa hanno ora i suoi? Perchè per un attimo non ci fermiamo a pensare che soffre non solo la famiglia che ha perso un figlio/fratello, ma anche quella che è la famiglia del poliziotto? Perchè consideriamo vittima solo la prima famiglia e non anche la seconda? Non sono in fondo tutte e 2 vittime di un gesto che non hanno commesso e per il quale pagano le conseguenze?

Io invece ho provato a mettermi nei panni del ragazzo morto e mi sono detta, se fossi morta io cosa vorrei?
Vorrei non aver visto telecamere ai miei funerali, neanche fuori della chiesa, vorrei che al tg, invece di dire "c'erano anche i giocatori della lazio" avessero detto, c'erano tutte le persone che lo conoscevano, chi gli voleva bene, come i suoi amici, parenti, gli zii, i cugini, i genitori (perchè penso che per lui contassero più questi che i giocatori della lazio!). Vorrei che la mia morte non sia usata come giustificazione per violenze future, nè che il dolore dei miei cari fosse cosiderato superiore a quello degli altri, vorrei che i miei fossero consolati dal pensiero che se anche loro non mi vedono io sarei con loro, nel loro cuore, vorrei che sapessero che anche se morto sto bene, perchè mi sono ricongiunto al Padre, Dio padre. Ecco dopo tutto questo mi sono detta che però questo forse non è quello che Gabriele vorrebbe, ma che Marta vorrebbe, una Marta che crede nell'aldilà, che pensa che la morte, per quanto dolorosa e straziante per i vivi, sia un passaggio, che pensa che il dolore vada rispettato e non pesato, nè strumentalizzato.

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