Mi debilitano, i faccia a faccia con me stesso. Specie quando ha ragione quell'altro.
La
verità, la ragione per cui sono costretto a ripiegare su queste
lagne-scialuppa, è che sto cercando di sottrarmi a una sensazione
insopportabile...Come avessi recitato la commedia della virilità,
quella, per capirci, di quanto ti opponi alle avances di una che ti pace
e non ti piace, lasci che si spinga fino al punto in cui non può più
tirarsi indietro e quando poi te la mette in faccia trovi una scusa
ignobile e le dici che devi andare
Ricordate: in quanto a
bassezza etica, noi avvocati abbiamo una reputazione parecchio specifica
sul mercato, ma sopra ogni altra cosa, anche al più bieco degli
interessi, siamo pettegoli. Più delle sciampiste, più dei portinai, più
dei giornalisti, più dei culturisti, più dei professori universitari,
più dei bidelli, più dei barbieri, più dei politici, più dei poeti
rionali, più dei bagnini. Nominate un'altra categoria: di più.
Come
non si sapesse chi ha successo e chi si arrangia. Come ci fosse bisogno
di assumere un detective per sapere che non faccio un cazzo. Siamo in
tanti, ecco come mi consolo quando mi prende lo sconforto. Siamo i nuovi
poveri occulti. Quelli che non lo diranno mai. Siamo annichiliti dalla
dignità. In nome suo ci roviniamo la vita. Provateci pure, se avete
tempo da perdere: non troverete mai un avvocato, o un qualsiasi altro
professionista disperato che annaspa nella saturazione del mercato
contemporaneo, disposto a dirvi: " Guadagno meno di una cameriera, se
non fosse per la mia famiglia dovrei chiudere lo studio domani mattina,
però vado in giro in giacca e cravatta e faccio finta di niente". Non
c'è verso. Nessuno di noi sputerà mai il rospo. Siamo una maggioranza
reticente. Non abbiamo sindacato nè rivendicazioni. Non siamo
pericolosi. Viviamo nell'imbarazzo e nel senso di colpa. Non facciamo
altro che aumentare.
E poi c’è l’ultimo sintomo, il
peggiore, dove la dignità è talmente bistrattata che la possibilità di
risalire è proprio meglio che te la levi dalla testa, ed è la dipendenza
dall’umore di qualcun altro.
Questo fenomeno attiene alla fase in
cui il rapporto si sta sgarrupando (tu hai già smesso di respirare a
pieni polmoni, andare in libreria ecc.) e lei non è più così sicura di
volerti intorno, anzi è più di là che di qua, per cui ci sono volte che è
affettuosa e altre che ti tratta di merda.
La verità (che tu
conosci perfettamente) è che hai smesso di interessarle, anzi a essere
completamente sinceri le sei salito proprio un pochettino sul cazzo,
soloche ogni tanto si sente un po’ in colpa e allora, colta da
transitori accessi di pena, ridiventa gentile e dispiaciuta e tu, che
pendi vergognosamente dalle sue labbra, appena senti odore di
rivalutazione scodinzoli come un fox-terrier e te la canti come vuoi con
tutta l’orchestra.
Inutile dire che a questo punto la tua storia
d’amore ha già una croce sopra, perchè poi, alla fine, lo sai che quando
una donna ti vuole ti cerca, e quando smette di cercarti è perchè non
ti vuole più, e non ci sarebbe proprio nient’altro da aggiungere.
Tu invece ti trascini in questa specie di metadone dei sentimenti nella
speraza he le cose s’aggiustino, ma per questo genere di guasto non c’è
cura e non c’è riparazione e, a parte le chiacchiere, non si è mai dato
il caso, ma mai, che nessuno abbia riparato niente del genere, prova a
chiedere in giro.
Questo dipendere dall’umore di un altro, questo
fatto che se lei è gentile tu riesci ad arrivare vivo alla fine della
giornata e se invece ti tratta con indifferenza sei un uomo distrutto e
non riesci a combinare niente e accumuli lavoro e altri debiti di vario
genere è veramente una porcheria, un’ignominia di cui non ci si dovrebbe
mai macchiare per nessuna ragione al mondo.
E la faccenda più
penosa è che a questo punto l’amore è bello che finito (cosa vuoi amare,
con una dignità così ridotta), eppure tu è ancora d’amore che parli.
Sei diventato l’equivalente di un fan di Elvis, un disadattato incapace
di vivere nel presente che nel vestirsi, nel parlare, nel sentire
musica, nel leggere, nello scrivere, perfino nell’andare a letto con
qualcuno cerca una cosa che ha smesso di esistere, tutto qui.